IL CLIMA HA DECISO LO SVILUPPO DELLA
VITICOLTURA EUROPEA
I secoli intorno all’anno Mille offrirono all’Europa un
clima caldo che spinse la viticoltura a latitudini elevate fino in Scozia e
nelle Alpi. Una fase in cui questa attività si espanse anche nelle vallate
alpine e occupò intere regioni europee
Verso la metà del XIV secolo il
continente subì i primi effetti della “piccola glaciazione” che con la grande
gelata del 1709 distrusse gran parte della viticoltura. Nel continente cambiò la
localizzazione dei vigneti: questa coltivazione scomparve dall’Inghilterra e
dalle valli interne delle Alpi. La carestia alimentare portò alla diffusione
della peste nera e in campo viticolo alla produzione di vini di basso grado.
Nobiltà e alto clero si rivolsero alle produzioni del Mediterraneo orientale e
arrivarono in Italia ed Europa settentrionale le malvasie, i vinsanti e i
moscati dolci della Grecia: il loro successo stimolò la produzione di vini
simili in molte località italiane e sulle coste orientali dell’Adriatico.
Attività favorita anche dalla conquista nel 1564 di Creta da parte dei turchi
che privò Venezia di vigneti dove c’era maggior produzione di malvasie.
La
città italiana non rinunciò al mercato di questo vino e ne favorì la produzione
in vari luoghi, diversi dalla varietà originale, chiamandoli malvasia. Fu il
primo esempio in Europa di un vino che con il suo nome denomina tanti vitigni.
Gli agronomi coevi, per aiutare i viticoltori a produrre vini dolci anche in
condizioni climatiche sfavorevoli, suggerivano tecniche per migliorare sovramaturazione e vinificazione.
Diversa risposta di Francia e Veneto agli
effetti della gelata. Nel bordolese furono bonificate le terre paludose, si
attivò una viticoltura di bassa resa per vendemmie ritardate; si iniziò anche a
classificare le uve per qualità e provenienza per soddisfare il mercato
inglese, molto più raffinato di quello francese.
In Veneto invece si sviluppò
una viticoltura produttiva senza innovazione di processo nella vinificazione e
conservazione. Mancava quello stimolo all’esportazione di questi prodotti
destinati al mercato di Venezia dove si vendevano i migliori vini del
Mediterraneo orientale sul mercato nord europeo.
Escluso dalla crisi climatica
il sud Italia divenne luogo privilegiato per produrre vini dolci. Dal porto di
Tropea partirono grandi quantità di vino, denominati greci, destinati ai
mercati del nord Europa, in concorrenza con le malvasie veneziane e i vini
forti francesi.
Attilio Scienza Ordinario di Viticoltura Università degli
Studi di Milano
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