La vite allevata ad alberello di Pantelleria è stata candidata ad entrare a far parte del Patrimonio mondiale dell’Unesco
Pantelleria, un unicum assoluto: un approdo della Storia, un luogo dove la civiltà dell’uomo ha saputo interpretare al meglio i segni di un contesto produttivo rurale difficile, unico, persino ostile
L’alberello è una delle forme di allevamento più antiche ed è arrivato al seguito della colonizzazione greca del Mediterraneo e ne ha seguito le rotte. Particolarmente adatto ai climi caldo-asciutti e ai terreni poco fertili, a Pantelleria ha la particolarità di essere impiantato in una conca sia per difendere la vite dal vento che per raccogliere la scarsa piovosità convogliandola verso le radici. Rispetto alle forme espanse consente un’alta densità di ceppi per ettaro e il limitato sviluppo permette di ottenere uve di alta qualità e di elevata gradazione zuccherina.
Questa forma di allevamento inserito in un contesto altamente suggestivo come quello di Pantelleria tra terrazzamenti e muretti a secco, non solo è un elemento che ha disegnato indelebilmente il paesaggio ma ha caratterizzato fortemente l’identità culturale e produttiva dell’isola. Peccato che questa testimonianza unica nel corso degli anni si sia fortemente deteriorata. Infatti se sino agli anni Ottanta la superficie vitata di Pantelleria si estendeva per 4.000 ettari oggi si arriva a poco più di 600 e anche il calo della produzione è stato altrettanto sensibile: dai 200.000 quintali di 30 anni fa ai 25/26.000 quintali di oggi. Riconoscere l’alberello come Patrimonio dell’Unesco è un utile passo per frenare l’abbandono.
Pantelleria, un unicum assoluto: un approdo della Storia, un luogo dove la civiltà dell’uomo ha saputo interpretare al meglio i segni di un contesto produttivo rurale difficile, unico, persino ostile. Un microcosmo dove il contadino pantesco ha strappato la terra alla roccia con i terrazzamenti, costruito ripari, con i muretti a secco a difesa del vento, con i Dammusi per raccogliere la pioggia e dare ricovero ad attrezzi e animali.
Pantelleria, un unicum assoluto: un approdo della Storia, un luogo dove la civiltà dell’uomo ha saputo interpretare al meglio i segni di un contesto produttivo rurale difficile, unico, persino ostile. Un microcosmo dove il contadino pantesco ha strappato la terra alla roccia con i terrazzamenti, costruito ripari, con i muretti a secco a difesa del vento, con i Dammusi per raccogliere la pioggia e dare ricovero ad attrezzi e animali.
Un agricoltura millenaria che ha disegnato il
paesaggio, definito uno stile di vita, realizzato un sistema produttivo
agricolo in equilibrio tra uomo e natura. Pantelleria con lo Zibibbo
allevato in conca, ad alberello, rappresenta un must di successo che ha
radici profonde in questa storia.
La candidatura dell’Alberello Pantesco
tra i Beni immateriali dell’Umanità tutelati dall’UNESCO, è il segno di
questa attenzione internazionale che, proprio con l’EXPO 2015 di
Milano, deve poter dispiegare tutto il suo potenziale attrattivo
sull’isola.