La vendemmia 2014 nei grandi territori bianchisti del
Belpaese: a WineNews, le parole di alcuni dei produttori più importanti di
Sicilia (Etna), Collio, Marche (Verdicchio), Soave, Campania (Fiano e Greco)
Per i grandi territori bianchisti del Bel Paese è tempo di
stilare un primo bilancio della vendemmia 2014. Vale, evidentemente, quanto
detto per la vendemmia dei rossi: una raccolta difficile, in certi casi
totalmente insolita, certamente onerosa, dal punto di vista economico, visto,
per esempio, il numero dei trattamenti in vigna a causa delle condizioni
climatiche poco favorevoli
Ed onerosa anche sul piano delle vendite, visto che le
quantità sono un po’ dappertutto in calo. Una campagna non ottimale insomma,
ma, probabilmente, un po’ meno critica di quanto si potesse ipotizzare qualche
mese fa, specialmente per il profilo stilistico a cui “costringerà”, con vini
di grande acidità, sottili, molto verticali e sapidi, che per i bianchi sono,
tutto sommato, caratteristiche interessanti.
Questo, in estrema sintesi, il
senso della vendemmia di quest’anno nei più importanti territori bianchisti del
Belpaese, attraverso le parole dei produttori sondati da WineNews. Da
evidenziare, insieme alla Sardegna, l’eccezione enoica della Sicilia, dove si
può tranquillamente parlare di grande annata.
E partiamo proprio dalla Trinacria per il nostro giro di opinioni.
“La Sicilia ha fatto una vendemmia particolarmente bella. I vitigni a bacca
bianca - spiega Alessio Planeta, produttore sia nella Sicilia Occidentale che
sulle falde dell’Etna - hanno tratto grandissimi vantaggi da un’estate
decisamente fresca e dalla quasi completa assenza di piogge nei momenti
decisivi della maturazione. Sull’Etna, siamo riusciti a vendemmiare con estrema
calma, aspettando la maturazione graduale delle diverse varietà, concludendo un
paio di giorni fa la vendemmia, con risultati a dir poco eccezionali. Si tratta
di una campagna bellissima, di grande equilibrio, una di quelle che arriva ogni
venti anni. E se i bianchi dell’Etna sono straordinari, specialmente guardando
alle varietà di antica coltivazione, non sono da meno quelli raccolti a Menfi,
per quanto riguarda le varietà alloctone. Siamo però a -15% sul 2013 in termini
di quantità - conclude Planeta - ma l’anno scorso abbiamo avuto a che fare con
un’annata molto produttiva”.
Situazione tendenzialmente ribaltata a nord e precisamente
in Friuli Venezia Giulia, dove dal Collio, Gianni Venica, racconta: “è stata
un’annata senza precedenti, in senso negativo, purtroppo. Abbiamo lottato con
la pioggia tutto l’anno. Le uve sono arrivate a maturità quasi completa
precocemente, poi d’agosto è mancata la luce per fare quel piccolo salto che
serve ad una buona annata. I vini hanno un grado in meno rispetto a quelli
dell’anno scorso e le acidità sono molto pronunciate. Confidiamo, essendo una
vendemmia “senza memoria storica”, che sia assicurata almeno la presenza di una
grande freschezza e sapidità. Alcune partite riusciranno forse ad essere anche
molto buone e longeve, ma avremo sicuramente un calo non solo in termini di uve
ma anche di bottiglie”.
“La vendemmia 2014 è stata una vendemmia “didattica” -
spiega Aldo Lorenzoni, direttore del veneto Consorzio del Soave, una delle zone
bianchiste più importanti d’Italia - sia per i produttori che per gli enologi.
Fondamentalmente avremo due tipi di Soave: quelli raccolti ad inizio settembre,
che daranno vini snelli e verticali, mentre la Garganega raccolta dopo metà
settembre darà vini più completi e ricchi. La collina vince sulla pianura e
vincono le varietà di antica coltivazione su quelle internazionali, penalizzate
dalla loro precocità. La quantità - conclude Lorenzoni - è in linea con quella
del 2013, benché la selezione sia stata molto rigorosa, ma abbiamo visto di
peggio”.
Nelle Marche, patria del Verdicchio, probabilmente una delle
varietà a bacca bianca più interessanti del ricco patrimonio ampleografico
italiano, parla Michele Bernetti, a capo della Umani Ronchi: “abbiamo fatto una
bella vendemmia, nonostante le condizioni meteo molto critiche, lavorando molto
in vigna. I vini sono caratterizzati da grande freschezza. Tutto sommato, una buona
vendemmia, ci troviamo in una sacca tendenzialmente fortunata, almeno guardando
alla qualità delle uve bianche tradizionali”. “Quantitativamente abbiamo
registrato cali anche del 40% - spiega Antonio Capaldo della campana Feudi di
San Gregorio - ma i Fiano e i Greco selezionati con molta cura sono uve
tendenzialmente molto buone. I vini possiedono bellissima freschezza e, proprio
sui bianchi, pensiamo di ottenere delle belle sorprese qualitative. I vini
stilisticamente sono molto verticali e contraddistinti da una marcata acidità,
qualità che stanno nel dna del nostro nuovo percorso. Non sarà per noi
un’annata minore”.
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