Unesco: la pratica agricola della vite ad alberello di
Pantelleria è Patrimonio dell’Umanità.
Lo comunica il Ministero delle Politiche
Agricole. Focus: Zibibbo di Pantelleria, caratteristiche e iter. Coldiretti:
“...adesso tocca alla Pizza”
La pratica agricola della coltivazione della vite ad
alberello di Pantelleria è stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio Mondiale
dell’Umanità. Lo comunica il Ministero delle Politiche Agricole. La decisione è
stata approvata, all’unanimità, da parte dei 161 Paesi membri della Convenzione
per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, riuniti a Parigi, il
24 novembre
“È la prima volta che
una pratica agricola - ha dichiarato il Ministro Martina - consegue questo
autorevole riconoscimento. La notizia, adesso, arrivata dalla nostra
delegazione presente a Parigi, mi riempie di orgoglio e di soddisfazione:
questa iscrizione rappresenta una svolta a livello internazionale, poiché
finalmente anche i valori connessi all’agricoltura e al patrimonio rurale sono
riconosciuti come parte integrante del più vasto patrimonio culturale dei
popoli. L’Unesco, infatti, nell’iscrivere la pratica della coltivazione della
vite ad alberello di Pantelleria, ha riconosciuto come questo elemento, oltre a
svolgere una significativa funzione economica, essendo le uve ricavate da
questi vigneti materia prima per la vinificazione del pregiato Zibibbo di
Pantelleria, assolva ad una importante funzione sociale, essendo un elemento
identitario che rappresenta la cultura e la storia degli isolani”.
Il dossier di candidatura è stato coordinato dal professor
Pier Luigi Petrillo - che aveva già seguito per il Ministero delle Politiche
Agricole l’iscrizione della “Dieta Mediterranea” e dei “Paesaggi vitivicoli
delle Laghe Roero e Monferrato” - con il supporto del Comune di Pantelleria e
degli agricoltori panteschi.
“L’iscrizione della pratica agricola di Pantelleria, dopo
quella della Dieta Mediterranea e dei paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero
e Monferrato nelle liste dell’Unesco, conferma - ha concluso il Ministro
Martina - l’impegno strategico del Ministero delle politiche agricole e del
Governo italiano per valorizzare a livello mondiale le nostri produzioni
tipiche e i nostri paesaggi rurali tradizionali che saranno valorizzati anche
durante l’Esposizione Universale di Milano del 2015”.
Focus - La pratica agricola dello Zibibbo di Pantelleria,
Patrimonio dell’Umanità: le caratteristiche e l’iter
Gli step che hanno portato al riconoscimento della
coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria da parte dell’Unesco e le
sue caratteristiche.
La coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria
La pratica agricola della coltivazione della vite ad
alberello di Pantelleria è una tipologia tradizionale di allevamento della vite
ancora oggi presente nell’isola, basato sulla creazione di buche nel terreno
profonde circa 20 centimetri e che vede il vigneto prendere forma di piccoli
alberelli all’interno di queste conche, al fine di poter carpire le scarse
risorse idriche presenti nel terreno e ripararsi dal clima sfavorevole. Tra i
terrazzamenti, i muretti a secco, i giardini arabi e i dammùsi (le tipiche
abitazioni pantesche), l’alberello di Pantelleria e la loro caratteristica
tecnica di coltivazione rappresentano un vero e proprio simbolo di una comunità
che, grazie al difficile lavoro nei campi, plasmando di generazione in
generazione un territorio impervio, è riuscita a sostentarsi rinnovando
quotidianamente il profondo legame tra uomo e natura.
L’iter di candidatura
La candidatura è stata avviata nel 2010 per iniziativa del
prof. Pier Luigi Petrillo, esperto in politiche Unesco, ed è stata iscritta
nella tentative list nazionale (la c.d. lista propositiva nazionale) nel 2012,
dopo due anni di confronti tra il Ministero e le comunità locali. Il 30 marzo
2013 è stata presentata all’Unesco come unica candidatura italiana. A ottobre
2014, dopo un anno e mezzo di negoziati condotti dal Ministero
dell’Agricoltura, l’organo indipendente di valutazione aveva espresso parere
favorevole.
La Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale
Immateriale dell’Umanità Unesco. A partire dal 2003, l’Unesco ha promosso la tutela del
cosiddetto “intangibile heritage” ovvero il patrimonio immateriale nelle sue
più differenti espressioni:
- le lingue, i dialetti e le isole alloglotte;
- le arti performative, musica, danza e forme di teatro;
- i riti, le feste e le cerimonie;
- le conoscenze e le pratiche relative alla natura e all’universo;
- le modalità e le tecniche, i saperi, il lavoro artigianale.
- L’Italia e la Lista del Patrimonio Culturale Immateriale
Dall’entrata in funzione dei meccanismi per la salvaguardia
del Patrimonio Culturale Immateriale, previsti dalla Convenzione, l’Italia ha
iscritto 5 elementi nella Lista Rappresentativa:
- Canto a tenore sardo (2008);
- Opera dei pupi siciliani (2008);
- Dieta mediterranea (2010);
- Saperi e saper fare liutario della tradizione cremonese (2012);
- Celebrazioni delle grandi macchine a spalla (2013).
Numeri e curiosità sul Patrimonio Culturale Immateriale
Unesco
161 Stati Parte della Convenzione Unesco. 327 elementi iscritti nella Lista, provenienti da 87 Paesi. La Cina con 22 elementi è il Paese che ha iscritto più elementi nella Lista, seguito dal Giappone (22) e dalla Corea del Sud (16).
In Europa, il primato di elementi iscritti appartiene a Spagna e Croazia (14 elementi), seguite da Francia (12) e Belgio e Turchia (11).
Tra le più famose espressioni internazionali che appartengono a questa Lista, sono da menzionare: il Fado (Portogallo); la Cultura e le tradizioni del caffè turco (Turchia); il Flamenco (Spagna); la Tessitura dei Tappeti Persiani (Iran); il Tango (Argentina e Uruguay); l’Opera Tibetana (Cina)
161 Stati Parte della Convenzione Unesco. 327 elementi iscritti nella Lista, provenienti da 87 Paesi. La Cina con 22 elementi è il Paese che ha iscritto più elementi nella Lista, seguito dal Giappone (22) e dalla Corea del Sud (16).
In Europa, il primato di elementi iscritti appartiene a Spagna e Croazia (14 elementi), seguite da Francia (12) e Belgio e Turchia (11).
Tra le più famose espressioni internazionali che appartengono a questa Lista, sono da menzionare: il Fado (Portogallo); la Cultura e le tradizioni del caffè turco (Turchia); il Flamenco (Spagna); la Tessitura dei Tappeti Persiani (Iran); il Tango (Argentina e Uruguay); l’Opera Tibetana (Cina)
Focus - Coldiretti: “bene lo Zibibbo, ora tocca alla Pizza”
“E’ un atteso riconoscimento al lavoro di intere generazioni
di agricoltori che hanno realizzato nel tempo un territorio unico ed
inimitabile di una bellezza straordinaria ma capace anche di esprimere
produzioni da primato conosciute ed apprezzate in tutto il mondo”. Lo ha
affermato il presidente Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel commentare “il via
libera all’iscrizione della vite ad alberello di uve Zibibbo che caratterizza
l’Isola di Pantelleria, in Sicilia nella prestigiosa Lista dei Patrimoni
Culturali dell’Umanità”.
Un riconoscimento che premia l’Italia che già poteva contare
- sottolinea la Coldiretti - sull’iscrizione dei “Paesaggi vitivinicoli del
Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato (2014)”, dell’Etna (2013), della dieta mediterranea
(2010) e di nove zone delle dolomiti (2009). Adesso bisogna lavorare per
l’iscrizione dell’“arte della pizza napoletana” nella lista Unesco dei
patrimoni immateriali dell’Umanità e tutelarne così l’identità, anche per fare
definitivamente chiarezza sull’origine italiana degli ingredienti e sulle
modalità di preparazione per garantire le condizioni igienico e sanitarie
ottimali”.
“La pizza napoletana - sottolinea la Coldiretti - dal 4
febbraio 2010 è stata ufficialmente riconosciuta come Specialità tradizionale
garantita dall’Unione Europea, ma ora l’obiettivo è quello di arrivare ad un
riconoscimento internazionale di fronte al moltiplicarsi di atti di pirateria
alimentare e di appropriazione indebita dell’identità. Per questo la Coldiretti
collabora alla petizione, lanciata sulla piattaforma Change.org, insieme
all’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e alla Fondazione UniVerde, per
garantire pizze realizzate a regola d’arte con prodotti genuini e provenienti
esclusivamente dall’agricoltura italiana e combattere anche l’agropirateria
internazionale.