BIOFACH 2015: focus solo Bio su olio d’oliva, vino e vegan. Dall’11 al 14 febbraio a Norimberga, sono
attesi circa 42.000 buyer professionali
Informazioni, assaggi, ispirazioni: questi sono gli elementi
che caratterizzano le aree dedicate del BIOFACH, il Salone Leader Mondiale
degli Alimenti Biologici
Al BIOFACH 2015, dall’11 al 14 febbraio a Norimberga,
ce ne saranno ben tre da scoprire: oltre al nuovo Pianeta vegan si avranno
quelli dei prodotti voluttuari “olio d’oliva” e “vino”. I circa 42.000 buyer
professionali attesi potranno informarsi qui sul rispettivo assortimento presso
veri esperti, con riferimento diretto alla prassi e in modo fondato, nonché
assaggiare i prodotti e lasciarsi ispirare per la propria attività. Gli
ingredienti che contraddistinguono quest’esperienza e permetteranno di vivere i
piaceri del palato sono: presentazioni con degustazione, workshop e scambio di
informazioni in dialogo con conoscitori dell’assortimento.
Nell’UE c’è molto potenziale per una netta crescita
nell’ambito dell’olio d’oliva biologico. La siccità e la pioggia fanno salire i
prezzi degli oli d’oliva extravergini nonostante i magazzini siano ben
riforniti. L’UE continua qui a essere il mercato di sbocco principale dei
produttori europei. L’aumento di prezzo si ripercuoterà anche sul piccolo
comparto dell’olio d’oliva biologico che, grazie a una nuova iniziativa bio
europea, ha visto un sensibile incremento.
Buone prospettive per l’olio d’oliva (biologico) nell’UE
A seconda del clima, dell’andamento della vegetazione e
delle tradizioni le principali regioni di coltivazione partono con
l’impegnativa raccolta del patrimonio culturale “oliva” già a inizio ottobre.
Per il 2014 le stime attuali prevedono un raccolto globale pari a pressoché 2,6
mio di tonnellate di olio d’oliva rispetto alle 2,9 mio di tonnellate dell’anno
precedente.
Dopo un andamento climaticamente difficile in un paese
produttore come la Spagna, la situazione nell’autunno del 2014, vale a dire
poco prima del raccolto, risulta essere nettamente tesa. Quest’anno infatti la
Spagna, maggior produttore mondiale con una quota di oltre il 50% della
produzione globale di olio d’oliva (2013/2014), ha sofferto di una forte
siccità che potrebbe portare a delle perdite di raccolto fino al 47%.
Altrettanto colpito è il vicino Portogallo mentre l’Italia, nonostante le
piogge violente, può contare su un incremento di circa il 15% rispetto al
livello, pur sempre relativamente basso, dell’anno precedente.
I prezzi si sono mossi di conseguenza. Ad agosto del 2014 le
varietà commerciali più trattate in Spagna, Italia, Grecia e Tunisia hanno
segnalato aumenti medi del 12,5%. Nel contempo la Spagna è finora riuscita a
vendere il suo raccolto record 2013/2014 con quantitativi decisamente maggiori
rispetto allo scorso anno, questo sia all’interno che all’esterno dell’UE.
L’Italia si conferma essere nuovamente e di gran lunga (+144%) il maggiore
importatore di oli d’oliva spagnoli in seno all’UE.
Nel settore biologico il fenomeno si presenta leggermente
diverso: infatti in Spagna la superficie certificata (ca. 169.000 ha) non è di
molto maggiore a quella dell’Italia (ca. 142.000 ha). Se si osserva la
struttura dei partecipanti al Pianeta olio d’oliva del BIOFACH 2014 la
relazione appare addirittura capovolta. Quale specchio del mercato dell’olio
d’oliva bio prevalentemente UE, l’ivi indetto Olive Oil Award del BIOFACH offre
un’istantanea della situazione: qui l’Italia ha riconfermato il ruolo
d’eccezione rivestito dal paese con una quota pari al 50% dei 30 oli d’oliva
premiati; la Spagna si è assicurata il 23%, seguita direttamente dalla Grecia;
Portogallo e Marocco, unico produttore extraeuropeo, si sono divisi i rimanenti
diplomi di merito assegnati tra i circa 90 oli degustati dal pubblico
professionale.
Attualmente poco più del 30% delle superfici UE coltivate
secondo criteri ecologici è riservato all’ulivo, il che equivale a una quota
bio dell’8% sull’intera produzione di olio d’oliva. I produttori minori oltre a
Spagna e Italia, ad esempio il Portogallo e la Grecia, giocano un ruolo
secondario per quanto concerne le quantità. In questi paesi si constata inoltre
una stagnazione nello sviluppo di uliveti biologici in seguito alla crisi degli
ultimi anni. Tuttavia ciò potrebbe cambiare radicalmente già a breve. All’8°
Congresso europeo del biologico tenutosi a Bari, in Italia, l’UE e gli esponenti
delle associazioni coinvolte si sono espressi a favore di incentivi che
favoriscano il settore biologico all’interno dell’Europa unita. Sotto la guida
del ministro dell’Agricoltura italiano, Maurizio Martina, è stata propagata
l’importanza del settore ecologico come vantaggio strategico per la
competitività di un’agricoltura sostenibile e innovativa. Dal momento che
l’Italia intende sfruttare l’attuale presidenza del Consiglio per sostenere
quest’iniziativa approfitteranno di questo anche la coltivazione di olio
d’oliva ecologico e la sua commercializzazione. Un segnale positivo
specialmente per la capacità dei piccoli produttori biologici di affermarsi in
futuro su un mercato reso insicuro e disorientato dalle grandi aziende e dalle
manipolazioni.
Vino biologico in assestamento
Negli ultimi anni lo sviluppo del vino biologico è stato
caratterizzato da incrementi a sbalzi. Attualmente il settore si trova in una
fase di consolidamento. La vendemmia 2014 porterà in cantina in prevalenza
quantitativi medio-bassi di prodotto, il che stabilizzerà la situazione del
mercato. L’acqua è stata il tema predominante della stagione vitivinicola 2014
in Europa: in primavera è mancata, per poi cadere copiosissima dal cielo in
estate. Compiendo grandi sforzi i viticoltori biologici sono pur sempre
riusciti a mantenere sani i loro grappoli. Nell’autunno del 2014 la vendemmia
sta ora per concludersi. La Mancha nella Spagna centrale è l’unica regione che,
in questo momento, segnala una buona quantità. Proprio qui l’anno scorso si
erano avuti raccolti addirittura “traboccanti”. In netto contrasto a ciò quasi
tutte le regioni vinicole europee prevedono invece raccolti sotto la media.
Data la resa altrettanto contenuta dell’anno precedente la cosa acquista quindi
ancor più peso. Tuttavia il mercato continua a concedere poco spazio agli
aumenti di prezzo.
L’offerta di vino biologico dipende sempre da un ulteriore
fattore essenziale: le conversioni. Nel lasso di tempo dal 2007 al 2012 si è
avuta una spinta talmente forte che non aveva praticamente importanza quanta
uva si raccogliesse. In questi cinque anni la Francia ha quasi triplicato i
suoi vigneti bio, la Spagna li ha addirittura quintuplicati e, da allora, è la
numero 1 in Europa. La domanda non è però riuscita a tenere del tutto il passo
con questa velocità vertiginosa, il che ha determinato un eccesso di offerta.
Da allora le conversioni al biologico sono in sensibile diminuzione, le
riconversioni sono tuttavia rare. Il mercato si sta così consolidando anche
sotto quest’aspetto.
In Italia si registra un trend opposto. Infatti, dopo un
lungo periodo di pausa, qui i vigneti bio sono di nuovo in aumento dal 2012.
Nel 2013 addirittura del 16% a poco meno di 68.000 ettari, di cui un buon terzo
si trova in fase di conversione. La maggior dinamica mostrano in ciò la Sicilia
e la Sardegna. In Austria, con un 10,6%, la quota bio ha raggiunto per la prima
volta le due cifre. Qui la percentuale cresce come in quasi tutti i paesi,
tuttavia non in virtù dell’aumento della coltivazione biologica, bensì anche a
causa della diminuzione delle aree adibite a vigneto nel loro complesso.
Per quanto concerne le superfici in Germania si procede a
ritmo spedito: nel 2013 la quota di vigne bio ha superato la soglia del 7,5%,
ossia sono più che raddoppiate dal 2007. Inoltre, sul mercato tedesco, il vino
biologico si sta stabilizzando in misura sempre maggiore. “Vino biologico” è
altresì una denominazione ufficiale dall’annata 2012 e la nuova direttiva UE.
Nel segmento alto i produttori bio sono rappresentati in forte eccedenza,
ragion per cui i vini biologici sono ormai diventati una presenza scontata nei
negozi specializzati e nell’alta gastronomia. Più del 25% degli associati al
Verband der deutschen Prädikatsweingüter – VDP (Associazione delle aziende
vinicole tedesche di alta qualità), il “club d’élite” della viticoltura
tedesca, vanta già una certificazione biologica. D’altro canto nel discount si
è sviluppato un segmento di vino biologico a livello di prezzo molto basso. Una
colonna portante del fatturato continua tuttavia a essere il commercio bio, in
continua crescita, dove la clientela trova spesso scaffali di vino ben
presentati e accattivanti per ampiezza e profondità dell’assortimento. Qui
hanno largo spazio i prodotti del segmento di prezzo medio (5-10 €) ed è
proprio questa l’offerta oltremodo interessante per gli amanti del vino che,
perlopiù, convince anche grazie a un rapporto qualità-prezzo decisamente
ottimo.
Al Pianeta vino del BIOFACH il pubblico potrà rinfrescare le
sue conoscenze di base sul tema. Al centro dell’attenzione saranno una
consulenza competente e lo scambio diretto con viticoltori e rivenditori che
aiuteranno a scegliere l’assortimento ottimale per la rispettiva clientela. Al
Concorso del vino biologico MUNDUS VINI BIOFACH gli esperti valuteranno
anticipatamente tutti i concorrenti sulla base di un esame olfattivo e
gustativo secondo un sistema a 100 punti in conformità alle tabelle guida
dell’O.I.V. (Organizzazione internazionale della vigna e del vino) e dell’UIOE
(Unione internazionale degli enologi). Al BIOFACH si potranno poi degustare
tutti i vincitori.
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