Passa ai contenuti principali

Valorizzazione dei sottoprodotti della filiera viti-enologica: uso del biodigestato per migliorare l’efficienza del vigneto

Un Webinar gratuito presenta i risultati del gruppo operativo "Uva Pretiosa", un progetto con l'obiettivo di affrontare le tematiche di riutilizzo dei sottoprodotti della filiera viti-enologica secondo uno schema circolare che consente di valorizzare le componenti nobili dei sottoprodotti e di rimettere in circolo gli scarti finali per produrre energia al fine di elevare la sostenibilità economica ed ambientale del processo.




Aumentare la reddittività, la competitività delle aziende agricole nonché la diversificazione delle attività svolte, grazie allo sviluppo di nuovi prodotti con valore di mercato (estratti da uva immatura, vinaccia e feccia – vini di qualità da vinaccia e feccia di vinificazione, olio di vinaccioli di elevata qualità); adattare ed introdurre le innovazioni di processo e di prodotto alle aziende target; realizzare prototipi e implementare i protocolli operativi per la valorizzazione dei sotto prodotti e il riutilizzo degli scarti nelle aziende del partenariato. Questi i risultati attesi del progetto "Uva Pretiosa" che nasce nell'ambito del partenariato Europeo per l'innovazione e del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Toscana (misure attivate (16.2, 1.1, 1.2, 1.3).

La filiera viti-enologica produce ingenti quantità di sottoprodotti e scarti; i principali per quantità, impatto economico ed ambientale sono le vinacce fermentate e fresche, la feccia e vinaccioli. In generale, la vinaccia rappresenta il 20-30 % del peso dell’uva utilizzata per vinificare. Si stima che circa il 5% del volume totale di vino prodotto in Toscana in un anno costituisca il residuo feccioso, ossia più di 100.000 hl. Il settore enologico è alla ricerca di soluzioni innovative per lo sviluppo di prodotti commercializzabili ottenuti da operazioni di valorizzazione degli scarti industriali.

Al Webinar gratuito organizzato da Vinidea che prenderà il via venerdì 11 febbraio alle ore 11 verranno presentati i risultati del gruppo operativo "Uva Pretiosa" sull'uso del biodigestato. Il progetto si muove secondo un’ottica circolare di immissione e recupero ottimale delle risorse, le fecce sono riutilizzate per produrre energia da biogas e, infine, il residuo è compostato e utilizzato per ridare sostanza organica al suolo. Le prove di distribuzione del digestato sono state effettuate sui vigneti di Castello di Gabbiano, storica azienda vitivinicola del Chianti Classico, dall'Università di Firenze durante il mese di marzo 2021. I vigneti interessati dalla prova sono 3, per circa 4ha totali. La sperimentazione ha previsto 4 trattamenti (ciascuno a file alterne con inerbimento secondo uno schema randomizzato): digestato interrato, digestato in copertura, tecnica aziendale (concime minerale in pellet) oltre al tale quale.

Nel corso della stagione vegetativa, sono state effettuate delle misure di accrescimento del germoglio e degli scambi gassosi fogliari (fotosintesi, traspirazione). Ai primi segnali di stress idrico, sono state effettuate misure di potenziale idrico. Da agosto sono stati fatti dei campionamenti di acini per analisi tecnologiche (zuccheri, acidità, pH, peso acini) e fenoliche (antociani e polifenoli tot ed estraibili)delle uve. In vendemmia è stato rilevato il peso di produzione per pianta.

L'azienda Castello di Gabbiano ha 160 ettari di proprietà di cui circa 100 di Chianti Classico e fa parte del gruppo Treasury Wine Estate con sede in Australia, proprietaria di altre realtà produttive in USA, Nuova Zelanda ed Australia. Alcuni dei marchi del gruppo, oltre al Castello di Gabbiano. sono Penfolds, Beringer, Matua e Sterling.

Ad introdurre il webinar sarà Federico Cerelli, Enologo dell'azienda Castello di Gabbiano, capo fila del gruppo operativo Uva Pretiosa. Interverranno Giovan Battista Mattii, Professore di Viticoltura nel corso di laurea in Viticoltura ed Enologia dell’Università degli Studi di Firenze ed Eleonora Cataldo, dottoranda XXXVI ciclo presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari Ambientali e Forestali (DAGRI) dell'Università degli Studi di Firenze. Giovan Battista Mattii illustrerà i concetti generici legati all'uso del biodigestato per migliorare l’efficienza del vigneto mentre Eleonora Cataldo presenterà i risultati del progetto.

Maggiori informazioni su i relatori:

Giovan Battista Mattii si laurea in Scienze Agrarie nel 1984 presso la facoltà di Agraria dell’Università di Firenze, dove inizia subito la sua carriera accademica, prima come dottorando di ricerca (consegue il dottorato nel 1989), poi come ricercatore e successivamente come professore. Attualmente insegna Viticoltura nel corso di laurea in Viticoltura ed Enologia. E’ autore di circa 150 pubblicazioni su riviste di settore.

Eleonora Cataldo. Dottoranda XXXVI ciclo presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari Ambientali e Forestali (DAGRI) dell'Università degli Studi di Firenze. Laurea magistrale con lode in Scienze e tecnologie agrarie curriculum “Produzioni vegetali di pregio” all'Università degli Studi di Firenze e conseguito Esame di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di Dottore Agronomo e Dottore Forestale Sezione A. Vincitrice di 3 Borse di Studio e 2 Assegni di Ricerca presso l’Università degli Studi di Firenze (collaborazione dal 2015 ad oggi nel settore della Viticoltura). Autrice di pubblicazioni internazionali di cui troverete la lista allegata a quest'articolo.

Nell'ambito del partenariato Europeo per l'innovazione e del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Toscana (misure attivate (16.2, 1.1, 1.2, 1.3)) il progetto Uva Pretiosa intende affrontare le tematiche di riutilizzo e di valorizzazione dei sottoprodotti della filiera viti-enologica in un'ottica di economia circolare.

I partner del progetto sono Beringer Blass Italia  - Castello di Gabbiano, Società Agricola Isole e Olena, San Lorenzo Green Power, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali dell’Università degli Studi di Firenze, ERATA e Vinidea.

Iscriviti gratuitamente

Per maggiori informazioni sul progetto: www.uvapretiosa.eu

Commenti

Post popolari in questo blog

"La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini e la Madonna del parto

Uno dei capolavori più ammirati di Piero della Francesca attraverso gli occhi di un maestro della "settima arte" "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti, sì che il suo fattore, non disdegnò di farsi sua fattura" Nella piccola chiesa di Santa Maria a Momentana, isolata in mezzo al verde delle pendici collinari di Monterchi, Piero della Francesca dipinse in soli sette giorni uno dei suoi più noti e ammirati capolavori che oggi richiama nella Val Tiberina visitatori da tutto il mondo. La datazione esatta dell`opera è incerta, oscillando, a seconda delle teorie, dal 1450 a oltre il 1475. Non sono chiare le motivazioni della committenza né della scelta del soggetto, tema piuttosto frequente nell’iconografia spagnola, ma del tutto insolito in quella italiana. L’affresco rappresenta infatti la Vergine incinta, raffigurata in piedi al centro

Musica e psicologia, cambia la percezione di consonanza e dissonanza: uno studio smentisce l'universalità del concetto di armonia di Pitagora

I risultati di una ricerca dell'Università di Cambridge, smentiscono l'universalità del concetto di armonia di Pitagora. Nascono apprezzamenti istintivi verso nuovi tipi di armonia. Lo studio pubblicato su Nature Communications. Un team di ricerca dell’Università di Cambridge, Princeton e del Max Planck Institute for Empirical Aesthetics, ha scoperto che nei normali contesti di ascolto, in realtà non preferiamo che gli accordi siano perfettamente all'interno dei rapporti matematici professati da Pitagora.  Il tono e l’accordatura degli strumenti musicali hanno il potere di manipolare la nostra percezione dell'armonia. I risultati dello studio ribaltano gli assunti di secoli di teoria musicale occidentale e incoraggiano una maggiore sperimentazione con strumenti provenienti da culture diverse. Secondo il filosofo greco Pitagora, la "consonanza" - una combinazione di note dal suono piacevole - è prodotta da relazioni speciali tra numeri semplici come 3 e 4. Rece

Libri. La tecnica del contrappunto vocale nel Cinquecento. Un trattato fondamentale per giovani compositori

Scritto da Renato Dionisi e Bruno Zanolini per la Suvini Zerboni, La tecnica del contrappunto vocale nel Cinquecento è ancora oggi un testo di riferimento per quanti vogliano intraprendere gli studi di composizione offrendo all'allievo una base per potersi appropriare di un solido artigianato che gli consenta di "piegar la nota al voler dell'idea". Quello scritto da Renato Dionisi e Bruno Zanolini che fu suo allievo, costituisce un'ottima guida sullo studio del contrappunto e per la formazione del giovane compositore che ancora non ha individuato una personale cifra stilistica. La scrittura corale era per Dionisi, allievo di Celestino Eccher, maestro di formazione romana, la base di ogni possibile apprendistato in virtù del rigore che la scrittura corale impone e del relativamente più facile controllo che se ne può avere.  In Italia, e non solo in Italia, gli studi di composizione si svolgono ancora secondo un percorso obbligato, che parte dall'armonia, proseg