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Vino e territori, UNESCO: la "Cultura del vino in Germania" diventa patrimonio culturale immateriale

L'UNESCO inserisce nella lista federale del Patrimonio Culturale immateriale la Cultura del vino in Germania.




La "Cultura del vino in Germania" è stata inserita nel registro nazionale del patrimonio culturale immateriale. Il 19 marzo 2021, il comitato di esperti della Commissione tedesca per l'UNESCO alla Conferenza dei Ministri della Cultura ha accettato la domanda presentata dall'Accademia tedesca del vino (DWA) nell'ottobre 2019 al segretariato responsabile per il patrimonio mondiale nella Renania-Palatinato presso il Ministero della Scienza, dell'Istruzione e della Cultura.

Tra i motivi presi in considerazione dal Comitato di esperti vi è la lunga tradizione di coltivazione diffusa della vite saldamente ancorata alla società. Sottolineando che la cultura del vino in Germania include altresì aspetti sociali, linguistica, artigianato e paesaggio culturale, nonché numerosi festival e costumi. Un insieme di fattori che vanno così a scandire il ritmo di vita di molte persone, contribuendo alla formazione di una identità locale, soprattutto nelle regioni vinicole.

Sin dalla fine del II secolo d.C., in Germania e nello specifico sulla riva sinistra del Reno e nella valle della Mosella la vite viene coltivata per la produzione del vino. Le fonti storiche ci parlano che a promuovere la coltivazione della vite sia stato l'imperatore romano Probo (232-282). Da allora questa attività non fu mai abbandonata del tutto. In seguito, con la cristianizzazione, i monasteri divennero centri di viticoltura e vinificazione, e funsero al contempo da maestri e promotori della coltivazione del vino di qualità. Nel Rheingau e in Franconia, le prime conferme documentali della viticoltura risalgono all'VIII secolo, in Sassonia alla fine del IX secolo. La superficie vitata, che per un certo periodo fu di oltre 300 000 ettari, si ridusse nel XVI secolo, soprattutto con la Guerra dei Trent'Anni. Nel secolo XIX, l'infestazione della filossera della vite distrusse ampie superfici, parti delle quali non furono più ripiantate. Anche le due guerre mondiali causarono danni alla viticoltura. Solo negli anni Cinquanta del XX secolo ebbe luogo una forte ripresa, con una netta espansione della superficie vitata. Come è evidente quindi la cultura del vino in Germania ha avuto modo di svilupparsi e conservarsi attraverso il tempo.

La candidatura dell'Accademia tedesca del vino è stata sostenuta fin dall'inizio anche dallo stato della Renania-Palatinato attraverso il Ministero dell'Economia, dei Trasporti, dell'Agricoltura e della Viticoltura e accompagnata a titolo consultivo dal Ministero della Scienza, dell'Istruzione e della Cultura.

Monika Reule, amministratore delegato della German Wine Academy, ha spiegato che il successo dell'iscrizione nel Registro Federale dei Beni Culturali Immaterial è dovuto grazie al supporto delle tante persone che contribuiscono attivamente a plasmare la cultura del vino a livello nazionale. Questo ampio sostegno è stato sicuramente uno dei fattori decisivi per questo riconoscimento. Non resta ora che conservarlo.

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