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Morellino di Scansano: primo vino PEF per la sostenibilità ambientale di prodotto

Dai Vignaioli del Morellino di Scansano, il primo vino con la certificazione europea PEF per la sostenibilità ambientale di prodotto.






La Product Environmental Footprints (PEF) è una metodologia messa a punto nel 1990 da due ricercatori dell’Università della British Columbia, Mathis Wackernagel e William Rees. Denominata “Impronta Ambientale”, si è rivelata un importante indicatore in quanto consente di monitorare l’utilizzo delle risorse naturali disponibili sul nostro pianeta e, indirettamente, promuovere azioni finalizzate allo sviluppo sostenibile. L’idea di mettere a punto un’impronta ambientale nasce dalla considerazione che, specie nei Paesi Industrializzati, l’attuale modello di sviluppo comporta un consumo di risorse superiore a quello che il Pianeta Terra è in grado di fornire e/o di rigenerare.

Con l'ottenimento della certificazione PEF, la Cantina Cooperativa dei Vignaioli del Morellino di Scansano continua il suo percorso verso la sostenibilità ambientale dei propri vini. Dopo la Carbon Footprint e l'etichettatura VIVA Sustainable Wine, è la prima cantina italiana a certificare un proprio vino con la nuova norma europea Product Environmental Footprint.

La Cantina ha infatti ottenuto per il Morellino di Scansano DOCG destinato alla grande distribuzione organizzata, la certificazione europea PEF Product Environmental Footprint (Racc. UE 179/2013), che misura l’impatto ambientale dei prodotti. È il primo vino in Italia a ottenere questa certificazione.

Come accennavo la PEF è di fatto una misurazione multi-criterio delle prestazioni ambientali di un prodotto o di un servizio lungo tutto il suo ciclo di vita – per il vino quindi si intende dalla coltivazione dell’uva, all’imbottigliamento e trasporto, fino alla mescita e recupero degli imballaggi. In particolare nel caso del vino, i parametri di cui si è tenuto conto sono: cambiamento climatico, uso di risorse fossili e minerali, inquinamento (particolati), acidificazione, uso del suolo.

Sebbene la norma tecnica di riferimento per il vino (PEFCR wine) sia stata emessa solamente ad aprile 2018, è stato possibile raggiungere rapidamente questo risultato grazie all'impegno del gruppo di lavoro e alle azioni già messe in atto dalla Cantina attraverso la certificazione della Product Carbon Footprint ISO14067 ottenuta nel 2014 e l’etichettatura VIVA Sustainable Wine del Ministero dell’Ambiente, nel 2015.

Come scrissi su "Scienza del vino", è il progetto di ricerca e innovazione che ha visto impegnati i Vignaioli del Morellino di Scansano, che di fatto ha contribuito nell’ottenimento della certificazione, proprio partendo da una gestione del vigneto rivolta a minimizzare l’impatto ambientale. L’adozione sperimentale dell’ozono in vigna e cantina, che sta permettendo di ridurre l’uso di altre sostanze chimiche (progetto SOS Wine cofinanziato dalla Regione Toscana); l’adozione sperimentale delle tecnologie Internet of Things, che permettono, attraverso un monitoraggio attento del vigneto, di ottimizzare l’uso dei trattamenti in vigna andando ad agire solo quando e dove necessario; la riduzione dell’impatto ambientale in termini di packaging gli interventi per il risparmio energetico in cantina in fase di vinificazione; l’impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica rinnovabile. Tutte azioni che la cantina ha già messo in atto e su cui continuerà a lavorare anche nei prossimi anni. Insomma il riconoscimento è un altro tassello nel percorso che vede da anni la Cantina all’opera in tema di sostenibilità, sia sociale, come è implicito in una realtà cooperativa che coinvolge 160 famiglie all’interno del territorio di Scansano, sia ambientale, come provato dalle strategie messe in atto finora.

“Si tratta di un percorso in divenire,” ha dichiarato Sergio Bucci, direttore della Cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano, “che vedrà un ulteriore sviluppo attraverso l’estensione delle azioni adottate nei filari sperimentali a tutti i vigneti della cantina, e attraverso l’ulteriore riconoscimento, a cui stiamo già lavorando, per il rilascio della nuova etichettatura Made Green in Italy,” adottata dal Ministero dell’Ambiente tramite il Decreto del 21 marzo 2018.

Di che cosa si tratta? “La nuova etichettatura Made Green in Italy” spiega Fabrizio Cananzi, presidente di ICStudio Srl, la società di consulenza a cui sono stati affidati lo studio LCA e sviluppo ambientale di prodotto, “è uno schema nazionale volontario che può essere richiesto per prodotti rappresentativi del territorio nazionale e che presentano alte prestazioni ambientali, valutate attraverso la PEF". Uno strumento che contribuirà a migliorare la riconoscibilità e la valorizzazione dei prodotti enogastronomici italiani all’estero, andando incontro alle esigenze crescenti dei consumatori, sempre più attenti all’origine dei prodotti, alla loro sicurezza e sostenibilità ambientale.

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