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Il ruolo della ricerca in agricoltura per la sostenibilità

La corretta gestione delle risorse non rinnovabili come suolo ed acqua passa attraverso la ricerca e l'innovazione tecnologica. Questo significa ridurre le emissioni climalteranti con tecniche innovative e buone pratiche in agricoltura e nell’allevamento o sviluppare nuove varietà che si adattino al mutato contesto climatico.





L’agricoltura mai come ora si trova di fronte a sfide complesse ed ambiziose. Produrre di più e in maniera sostenibile, salvaguardando la diversità degli ecosistemi, la fertilità del suolo, la qualità dell'aria e delle acque e soddisfare la crescente domanda di cibo con prodotti di qualità, sani e nutrienti, in un contesto climatico alterato sono solo alcune delle domande a cui la ricerca deve quindi rispondere.

Di questo si è discusso in un’intensa due giorni conclusasi oggi dal titolo “Raccogliere i benefici della scienza per la sostenibilità nella produzione agricola primaria”. L’iniziativa, organizzata dal CREA insieme all'Accademia dei Lincei e all'Accademia dei Georgofili, è stata dedicata al contributo della conoscenza scientifica allo sviluppo di sistemi agricoli sostenibili, ma ad elevata produttività. Per il CREA sono intervenuti il Prof. Michele Pisante, Consigliere di Amministrazione, la Prof.ssa Alessandra Gentile, Vice Presidente e il Dott. Marcello Mastrorilli, ricercatore del Centro Agricoltura e Ambiente.

Il concetto ribadito alla conferenza è che senza ricerca e senza innovazione tecnologica, non è possibile attuare una corretta gestione delle risorse non rinnovabili come il suolo e l’acqua, o ridurre le emissioni climalteranti con tecniche innovative e buone pratiche in agricoltura e nell’allevamento o sviluppare nuove varietà che si adattino al mutato contesto climatico.

Una gestione sostenibile del suolo, ad esempio, comporterebbe un aumento delle 56% delle produzioni a fronte di una popolazione che nel 2050 sarà aumentata del 60% rispetto all’attuale (stime FAO). Nei primi 5 cm, infatti, vive oltre il 90 % della biodiversità del Pianeta, costituito da microrganismi che regolano gli elementi nutritivi e, di conseguenza, la fertilità del terreno, indispensabile per la capacità produttiva di cibo. La tutela del suolo passa, quindi, attraverso tecniche che favoriscano la conservazione della sostanza organica del suolo, l’incremento della biodiversità, la fertilizzazione sostenibile con prodotti di nuova generazione provenienti da biomasse agricole e da scarti delle produzioni primarie e un approccio integrato con le tecnologie digitali di precisione.

Una gestione sostenibile del suolo – ha sostenuto nel suo intervento Marcello Mastrorilli, ricercatore del CREA Agricoltura e Ambiente - ha ricadute positive anche sull’acqua. Infatti, un suolo sano e nutrito riesce a trattenerla di più e a ridurne le perdite che avverrebbero attraverso l’evaporazione, il drenaggio e il ruscellamento. L’uso efficiente dell’acqua implica, però, l’irrigazione sostenibile, che prevede appunto tecniche agronomiche finalizzate al mantenimento della fertilità dei suoli nonché appropriate sistemazioni idrauliche. Si tratta, insomma di un insieme di opere e di interventi tecnici che regolano i flussi di acqua, di fondamentale importanza per la salvaguardia del territorio, della fertilità del terreno e degli impianti agricoli.  In questa direzione, infatti, vanno sia le tecniche di agricoltura conservativa sia le innovazioni tecnologiche dell’agricoltura digitale.

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