Oratorio Virtuale, al Teatro India la versione elettroacustica del San Giovanni Battista di Stradella
Al Teatro India di scena Oratorio virtuale, un rework A/V elettroacustico dell'oratorio San Giovanni Battista, opera musicale sacra composta nel 1675 da Alessandro Stradella.
Due musicisti, un tavolo console e un video 3D proiettato alle loro spalle. Un assetto scenografico molto semplice. Musica elettronica. Voce lirica. Un algoritmo, che traduce le informazioni sonore in output visivo: una correlazione diretta tra ciò che si vede e ciò che si sente.
Oratorio virtuale a cura di Fabio Condemi, con Alberto Barberis alla parte elettronica, visuals, Elena Rivoltini, arrangiamento vocale, voci e Rajan Craveri per gli algoritmi 3D è una performance live: ogni elemento sonoro viene creato al momento e fatto interagire con il contesto visivo, testuale, mimico. Lo spettatore vive un’esperienza immersiva sinestetica, che fonde suono e visione.
Elena canta le arie dal vivo, in stile lirico barocco. La sua voce, processata in tempo reale da Alberto, viene così integrata in un ricco universo sonoro elettroacustico e noise, che ne è al contempo un’espansione e una negazione. Alle parti cantante si alternano parti recitate al microfono, una rivisitazione moderna del recitativo, tratte dal libretto originale dell’oratorio.
La vicenda narrata è quella del profeta San Giovanni Battista, decapitato per volere di Salomé. Nella scena finale, la principessa regge la testa sanguinante del profeta su un piatto e ripete tramortita la sua stessa condanna: «La sua testa su un vassoio d'argento: questo è quello che desidero. Voglio ch’ei mora».
L’oratorio San Giovanni Battista e uno dei lavori più celebri di Stradella che compose per la Quaresima dell’anno giubilare 1675 e poi eseguito nella chiesa romana di San Giovanni dei Fiorentini, in una rassegna che prevedeva quattordici oratori di autori diversi. Le origini dell'oratorio vanno ricercate nell'ambiente romano tardo cinquecentesco, nell'evoluzione della lauda drammatica e del mottetto, e nell'affermazione, agli inizi del Seicento, del nuovo stile monodico. E' una composizione per voci soliste, coro e orchestra, per lo più di argomento religioso o spirituale, originariamente eseguita senza far ricorso alle scene, ai costumi, a un qualsiasi elemento di rappresentazione teatrale.
Teatro India
Lungotevere Vittorio Gassman, 1, 00146 Roma
Telefono: 06 6840 00311
Due musicisti, un tavolo console e un video 3D proiettato alle loro spalle. Un assetto scenografico molto semplice. Musica elettronica. Voce lirica. Un algoritmo, che traduce le informazioni sonore in output visivo: una correlazione diretta tra ciò che si vede e ciò che si sente.
Oratorio virtuale a cura di Fabio Condemi, con Alberto Barberis alla parte elettronica, visuals, Elena Rivoltini, arrangiamento vocale, voci e Rajan Craveri per gli algoritmi 3D è una performance live: ogni elemento sonoro viene creato al momento e fatto interagire con il contesto visivo, testuale, mimico. Lo spettatore vive un’esperienza immersiva sinestetica, che fonde suono e visione.
Elena canta le arie dal vivo, in stile lirico barocco. La sua voce, processata in tempo reale da Alberto, viene così integrata in un ricco universo sonoro elettroacustico e noise, che ne è al contempo un’espansione e una negazione. Alle parti cantante si alternano parti recitate al microfono, una rivisitazione moderna del recitativo, tratte dal libretto originale dell’oratorio.
La vicenda narrata è quella del profeta San Giovanni Battista, decapitato per volere di Salomé. Nella scena finale, la principessa regge la testa sanguinante del profeta su un piatto e ripete tramortita la sua stessa condanna: «La sua testa su un vassoio d'argento: questo è quello che desidero. Voglio ch’ei mora».
L’oratorio San Giovanni Battista e uno dei lavori più celebri di Stradella che compose per la Quaresima dell’anno giubilare 1675 e poi eseguito nella chiesa romana di San Giovanni dei Fiorentini, in una rassegna che prevedeva quattordici oratori di autori diversi. Le origini dell'oratorio vanno ricercate nell'ambiente romano tardo cinquecentesco, nell'evoluzione della lauda drammatica e del mottetto, e nell'affermazione, agli inizi del Seicento, del nuovo stile monodico. E' una composizione per voci soliste, coro e orchestra, per lo più di argomento religioso o spirituale, originariamente eseguita senza far ricorso alle scene, ai costumi, a un qualsiasi elemento di rappresentazione teatrale.
Teatro India
Lungotevere Vittorio Gassman, 1, 00146 Roma
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