Uno studio scientifico statunitense condotto dall’Harvard TH Chan School of Public Health di Boston, ha messo in luce e confermato che un inquinamento da particolato anche di poco più contenuto nelle città come New York o Milano avrebbe potuto salvare centinaia di vite a causa del coronavirus.
Come già in precedenza ipotizzato esiste il collegamento fra l’elevato tasso di mortalità in Val Padana e i suoi livelli di inquinamento assai superiori alla media. Lo studio ha verificato che tale associazione è osservabile anche negli Stati Uniti. Secondo l’analisi, anche un incremento di una sola unità nei livelli di inquinamento da particolato (nel dettaglio le particelle PM2,5, fra le più sottili) si associa a un incremento del 15% nel tasso di mortalità della pandemia.
Nel dettaglio, il lavoro condotto dalla Harvard TH Chan School of Public Health si è concentrato su campione larghissimo di 3mila contee statunitensi, in grado di coprire il 98% della popolazione complessiva del Paese.
La conclusione dello studio è che “un incremento limitato a solo 1μg/m3 (un microgrammo per metro cubo d’aria) nel PM2,5 è associato a un incremento del 15% nel tasso di mortalità del Covid-19”. Si tratta di un impatto 20 volte più potente rispetto all’incremento di mortalità provocato, di norma, da un peggioramento della qualità dell’aria di questa entità.
Alla base di questa associazione fra inquinamento e letalità del coronavirus ci sarebbe, secondo gli studiosi, un già noto collegamento fra la qualità dell’aria e le probabilità di soffrire di sindromi respiratorie acute.
Ridurre polveri sottili per contenere l’emergenza
Secondo i ricercatori questi risultati dovrebbero spingere le autorità a intervenire sull’inquinamento da particolato nelle città, come misura di contenimento della crisi sanitaria: “Queste informazioni possono incoraggiarci a prendere ulteriori precauzioni e ad allocare risorse extra per ridurre il rischio derivante dal Covid-19”, ha dichiarato Xiao Wu, uno degli autori dello studio, “è probabile che il Covid-19 farà parte della nostra vita per un periodo piuttosto lungo, nonostante la nostra speranza in un vaccino o in un trattamento. Alla luce di ciò, dovremmo prendere in considerazione ulteriori misure per proteggerci dall’esposizione all’inquinamento per ridurre il bilancio delle vittime di Covid-19“.
Come già in precedenza ipotizzato esiste il collegamento fra l’elevato tasso di mortalità in Val Padana e i suoi livelli di inquinamento assai superiori alla media. Lo studio ha verificato che tale associazione è osservabile anche negli Stati Uniti. Secondo l’analisi, anche un incremento di una sola unità nei livelli di inquinamento da particolato (nel dettaglio le particelle PM2,5, fra le più sottili) si associa a un incremento del 15% nel tasso di mortalità della pandemia.
Nel dettaglio, il lavoro condotto dalla Harvard TH Chan School of Public Health si è concentrato su campione larghissimo di 3mila contee statunitensi, in grado di coprire il 98% della popolazione complessiva del Paese.
La conclusione dello studio è che “un incremento limitato a solo 1μg/m3 (un microgrammo per metro cubo d’aria) nel PM2,5 è associato a un incremento del 15% nel tasso di mortalità del Covid-19”. Si tratta di un impatto 20 volte più potente rispetto all’incremento di mortalità provocato, di norma, da un peggioramento della qualità dell’aria di questa entità.
Alla base di questa associazione fra inquinamento e letalità del coronavirus ci sarebbe, secondo gli studiosi, un già noto collegamento fra la qualità dell’aria e le probabilità di soffrire di sindromi respiratorie acute.
Ridurre polveri sottili per contenere l’emergenza
Secondo i ricercatori questi risultati dovrebbero spingere le autorità a intervenire sull’inquinamento da particolato nelle città, come misura di contenimento della crisi sanitaria: “Queste informazioni possono incoraggiarci a prendere ulteriori precauzioni e ad allocare risorse extra per ridurre il rischio derivante dal Covid-19”, ha dichiarato Xiao Wu, uno degli autori dello studio, “è probabile che il Covid-19 farà parte della nostra vita per un periodo piuttosto lungo, nonostante la nostra speranza in un vaccino o in un trattamento. Alla luce di ciò, dovremmo prendere in considerazione ulteriori misure per proteggerci dall’esposizione all’inquinamento per ridurre il bilancio delle vittime di Covid-19“.
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