CANNONAU DI SARDEGNA: PRESERVARE E
VALORIZZARE IL TERRITORIO PER ESSERE COMPETITIVI SUI MERCATI INTERNAZIONALI
Si è svolta lunedì la Tavola Rotonda “Cannonau, il gusto di saper vivere” nell’ambito di Vinitaly 2015
Il Cannonau, le sue origini, il suo territorio
e le potenzialità sui mercati: questi i temi affrontati oggi nel corso della
Tavola Rotonda “Cannonau, il gusto di saper vivere”, organizzata dalla Regione
Sardegna in collaborazione con Vinitaly e dedicata al famoso vino sardo
Nel 2013 il Cannonau ha registrato
una crescita dei volumi venduti pari al 17,2% rispetto all’anno precedente. Un
dato importante che lo posiziona tra i vini emergenti di maggior gradimento.
Come ha infatti sottolineato l’Assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna
Elisabetta Falchi “è un ottimo momento per valorizzare la produzione di qualità
di questo vino che per anni non ha avuto la giusta rilevanza. I dati ci
indicano un trend di crescita dei consumatori che diventano sempre più
esigenti. Dobbiamo assolutamente seguire questo trend, partendo da una
riflessione delle nostre origini e valorizzando il nostro territorio. Solo così
potremo valorizzare anche il nostro vino”. A tal proposito l’assessore ha
inoltre sottolineato come la vetrina dell’Expo sarà l’occasione per incentivare
azioni di incoming nei confronti di delegazioni e stampa internazionale che
sarà invitata in Sardegna.
Partendo dall’attuale percezione che
il pubblico – specialmente quello internazionale – ha del Cannonau, nel corso
della Tavola Rotonda sono stati analizzati i punti di forza e le criticità, ma
soprattutto sono state sottolineate le potenzialità di questo vino che deve
essere conosciuto attraverso la sua origine, il suo ambiente, il suo unico
valore intrinseco.
Come ha ricordato Giuseppe Carrus,
moderatore dell’incontro e giornalista di Gambero Rosso, “dobbiamo essere in
grado di raccontare come il vino e il suo territorio sappiano dare gioia di
vivere. Quando l’assaggiatore visita un territorio ne respira l’aria e non deve
mai dimenticare cosa ci sia sotto e sopra la terra, oltre alla comunità che
vive e lavora questa terra. L’enologia moderna è anche questo. Il Cannonau ha
bisogno di essere identificato meglio a livello territoriale perché il suo
vitigno è coltivato pressoché ovunque. Bisogna parlare del territorio, anzi dei
diversi territori della Sardegna. Una zona è diversa dalle altre. E’ un lungo
percorso che dobbiamo iniziare oggi. Io sogno che in futuro non ci sia più
bisogno di citare il vitigno in etichetta; basterà la zona in cui è prodotto
per decretarne il valore”.
Il vitigno del Cannonau ha una storia
antichissima e spesso si è dibattuto sul Paese di origine. “Il vitigno nero più
coltivato al mondo e diffuso in tutto il globo è il Cannonau di origine sarda”
– ha dichiarato Giovanni Lovicu, Ricercatore Agris Sardegna, Agenzia regionale
per la ricerca in agricoltura – “A supporto di questa tesi ci sono aspetti
storici di ampelografia e di biologia molecolare. Inoltre ci sono tantissimi
indizi che sottolineano il fatto che l’origine del Cannonau sia sarda, mentre
non abbiamo testimonianza che sia di origine spagnola”.
La Sardegna possiede dunque un grande
patrimonio storico, culturale e ambientale da preservare oltre che da
valorizzare. A sostegno di questa tesi anche Diego Tomasi, Ricercatore del
Consiglio per la Ricerca in Agricoltura - Centro di ricerca per la viticoltura,
secondo il quale “un vino contiene anche il proprio paesaggio e lo arricchisce.
Il Cannonau è impregnato del proprio territorio. Non ha nulla di simile
rispetto ad altri vini e geneticamente lo stanno confermando”.
La Sardegna presenta una ricchissima
biodiversità. I vigneti costruiscono un paesaggio sempre diverso legato anche
alla morfologia dei suoli. Un paesaggio rappresenta la sintesi tra aspetti
fisici – naturali o determinati dal lavoro umano – e aspetti emozionali – gli
stati d’animo e i sentimenti che provoca. Tutti questi elementi si ritrovano
nel vino. Poiché la vite non solo costruisce il paesaggio, ma anche lo contiene.
Sempre secondo Tomasi “un vino
associato a un paesaggio è sempre valutato meglio rispetto a un vino anonimo di
pari livello. Ecco dunque che il paesaggio diventa un elemento strategico per
valorizzare un vino di qualità”.
Giovanni Pinna, rappresentante di
Assoenologi Sardegna, affrontando gli aspetti enologici ha voluto sottolineare
“come il vitigno del Cannonau abbia un legame molto forte con la regione, al
punto di parlare di Cannonau di Sardegna. I vigneti della Sardegna
rappresentano il 4% del territorio nazionale, con una superficie di quasi 8.000
ettari dedicati al Cannonau, coltivato per il 66% nella provincia di Nuoro, su
terreni che dalla collina scendono verso la pianura fino alla costa”.
Il pensiero comune è che il Cannonau
di Sardegna possa avere un ruolo importante non solo nel panorama regionale, ma
anche nazionale e internazionale. Può rappresentare “un bere diverso” non
omologato, di forte identità e di grande espressione territoriale. Un
territorio che racchiude i valori di un’intera regione: cultura, storia,
religione, gastronomia, qualità della vita. Come ha ricordato Maurizio Memo,
Professore Ordinario di Farmacologia dell'Università di Brescia “ciò che
assumiamo deve provocare benessere. Anche l’ambiente può influenzare gli stati
d’animo. Uno stato d’animo positivo aiuta a combattere le malattie, quindi a
migliorare la qualità della nostra vita. Vino giusto, buon ambiente, bontà
della vita aiutano a stare bene. E anche a vivere di più”.
Un’interessante analisi di come il
Cannonau sia percepito fuori dall’Italia è stata fatta da Jo Ahearne, enologa e
Master of Wine. “All’estero c’è molta confusione su cosa sia il Cannonau” –
dichiara la Ahearne – “molti non conoscono la provenienza di questo vino, per
non parlare di coloro che non l’hanno mai sentito nominare. Nelle principali
guide turistiche di testate inglesi non c’è alcun riferimento alla produzione
di vino in Sardegna, ad eccezione di pochi casi, dove il tema non è
approfondito. Il prodotto non viene promosso. In internet ci sono poche
informazioni, per lo più in italiano. Non c’è conoscenza del vitigno, nessuno
praticamente percepisce che si tratta di grenache. I buyer non pensano al
Cannonau, i consumatori non lo trovano sugli scaffali e non sono incuriositi”.
Prosegue la Ahearne “In base alla mia
esperienza purtroppo gli stessi viticoltori non sanno promuovere al meglio il
proprio prodotto. Il Cannonau ha invece moltissimi aspetti positivi e unici che
devono essere valorizzati, primo fra tutti il territorio di provenienza”.
L’incontro si è concluso con la
presentazione da parte di Clelia Tore, dell’agenzia Laore Sardegna del libro Le
terre e le vigne del Cannonau di Jerzu in cui sono state messe in evidenza le
metodologie, le conoscenze, gli studi e la storia del vino di questa specifica
zona. “In Sardegna ci sono ecosistemi da preservare. Questo volume vuole
raccontare le specificità di un prodotto vinicolo di eccellenza, legato a uno
specifico territorio. Ha uno spirito divulgativo, supera i tecnicismi per
creare la voglia di sfogliarlo anche per chi non è un esperto della materia”.
Al termine dell’incontro si è svolta
una degustazione di Cannonau di Sardegna presentata da Andrea Balleri, miglior
sommelier d’Italia nel 2013.
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