Viticoltura eroica, viticoltura di mare. A Favignana nasce il nuovo vigneto "autoctono" a piede franco
Da poco completato l’impianto di 1000 nuove piante nel vigneto della Tenuta di Calamoni sull'isola di Favignana nelle Egadi
I vigneti scelti per questa iniziativa sono: Grillo, Perricone, Nero d’Avola, Zibibbo e Catarratto. 4 vigneti autoctoni che valorizzano l'habitat marino e la capacità di queste piante a resistere in un ambiente normalmente ostile. Le produzioni vinicole di Favignana sono di nicchia, qui scelta dei vigneti e territorio incarnano il concetto di terroir
E’ stato appena completato, dallo staff dell’azienda Firriato,
l’impianto di 1000 nuove piante a piede franco nel vigneto della Tenuta di
Calamoni sul versante centro sud dell’isola di Favignana nelle Egadi.
Grillo, Perricone, Nero d’Avola, Zibibbo e Catarratto,
questi i vitigni, tutti rigorosamente autoctoni, utilizzati per valorizzare
ancor di più l'habitat marino e la capacità di queste piante a resistere in un
ambiente normalmente ostile.
Come con l’Etna, a Favignana vengono realizzate produzioni
limitate, di nicchia, dove il territorio e la scelta varietale nei vigneti,
riescono ad incarnare appieno il concetto guida di terroir.
I vigneti della Tenuta di Favignana sono stati impiantati
nel 2009 e la scelta di impiantare la vite a piede franco, un unico individuo
vegetale dalla radice all’ultima foglia, senza cioè il consueto porta innesto,
consente di valorizzare la sperimentazione e la ricerca che si fa
quotidianamente in questo particolare habitat che va ad aggiungere ulteriore
unicità ai vini prodotti da questi vitigni particolari e dalla spiccata identità.
La sabbiosità dei terreni e la matrice salina che
caratterizza questo suolo sono un deterrente naturale agli attacchi della
Fillossera, rendendo difficile che il parassita, responsabile della malattia,
attecchisca e distrugga le piante. In questo particolare areale le viti a piede
franco, riescono ad esprimere una forza vitale capace di adattarsi a queste
condizioni così particolari e a garantire al viticoltore una produzione naturalmente
equilibrata.
La continua ventilazione
costituisce, poi, il più importante antiparassitario naturale,
garantendo un clima secco e mitigato tutto l’anno. L’influenza del mare si
concretizza anche sotto un altro importante aspetto, quello offerto dalla
fertilizzazione naturale che interviene con la presenza della Poseidonia, una
pianta marina ricca di potassio, che durante le mareggiate si deposita in
grandi quantità sulla vicina scogliera di Calamoni e che i venti del sud
sollevano e spargono per tutto il vigneto, conferendo nuove sostanze nutritive
e nuovi apporti minerali.
Siamo di fronte a una vera e propria “viticoltura del mare”
praticata in un contesto produttivo sorprendente per la natura del suo
paesaggio, ma difficile e ambiziosa, caratterizzata da condizioni
pedoclimatiche particolari ed estreme. Una scelta agronomica che trova
sull’isola di Favignana quasi una sublimazione, per le peculiarità di questo
habitat così insolito e particolare, dove Natura e lavoro dell’uomo sono
continuamente sollecitati a ridefinire, di vendemmia in vendemmia, un nuovo
punto d’arrivo.
Dalla Tenuta di Calamoni prendono così vita, con la linea
Favinia, tre vini unici per stile e tipologia produttiva. Il primogenito è
stato la “La Muciara”, un blend di Grillo, Catarratto e Zibibbo, un vino dallo
spettro aromatico elegante e complesso che si fa apprezzare per la piacevole e
vibrante acidità avvolta da eleganti note aromatiche in una trama
sapida e minerale.
Dalle varietà a bacca rossa di Perricone e Nero d’Avola nasce “Le Sciabiche”, vino caratterizzato da
una poderosa struttura corredata da tannini nobili, avvolgenti e di grande
finezza da un fondo di spiccata mineralità e sapidità che richiama il mare.
Completa la gamma produttiva il Passulè, un passito
elegante, a base di Zibibbo, che si distingue per la sua freschezza arricchita
da delicate sfumature fruttate e marine.
Merita un viaggio, quella che, il pittore Salvatore Fiume negli
anni ’70 definì, “una farfalla adagiata sul mare”. Una grande farfalla di tufo dorato sul mare
più azzurro che c’è. La bellezza della pietra dalle tonalità che dal giallo oro
arrivano a sfiorare il rossastro, in
molti casi sono diventate delle superbe calette dove è possibile godere del
sole e di un mare cristallino: Cala Rossa, Cala Azzurra e Lido Burrone quelle
più eclatanti. La macchia Mediterranea è prevalente, con l’Agave, la Palma nana
e il Pino Marino a sfidare il vento che spira incessantemente al mattino. Favignana
è una terra straordinaria anche sotto il mare, per le meraviglie che custodisce,
i suoi fondali medio-bassi sabbiosi sono colonizzati dalla Poseidonia creando un
habitat unico ed ideale per la vita marina.
I fenici la chiamavano Katria, i latini Egate, i greci
Aegusa (“l’isola delle capre”) per la quantità di capre selvatiche che
pascolavano nell’isola. Ma, oltre alle capre, c’erano altri animali selvatici:
conigli, porci, e asini. Una leggenda racconta che Aegusa era una ninfa che
abitava nell’isola. L’isola era ricca di alberi e l’acqua vi abbondava, anche
se per averla bisognava scavare. Il nome attuale dell’isola risale al medioevo
e sembra derivare dal nome di un vento caldo proveniente da ovest, il Favonio e
nel dialetto egadino, l’isola si chiama Fougnana e gli abitanti fougnanisi.
Questo paradiso è entrato nella storia del Mediterraneo in
tante occasioni, dalle guerre puniche alla dominazione araba, dall’arrivo degli
spagnoli sino all’800 con l’epopea di una famiglia di imprenditori come i
Florio che a Favignana realizzarono la più grande tonnara del Mediterraneo, per
quasi due secoli attiva ed oggi, dopo un periodo di abbandono, trasformata in
Museo e spazio espositivo.