mercoledì 26 marzo 2014

Tenuta di Calamoni sull'isola di Favignana

Viticoltura eroica, viticoltura di mare. A Favignana nasce il nuovo vigneto "autoctono" a piede franco
Da poco completato l’impianto di 1000 nuove piante nel vigneto della Tenuta di Calamoni sull'isola di Favignana nelle Egadi
I vigneti scelti per questa iniziativa sono: Grillo, Perricone, Nero d’Avola, Zibibbo e Catarratto. 4 vigneti autoctoni che valorizzano l'habitat marino e la capacità di queste piante a resistere in un ambiente normalmente ostile. Le produzioni vinicole di Favignana sono di nicchia, qui scelta dei vigneti e territorio incarnano il concetto di terroir



E’ stato appena completato, dallo staff dell’azienda Firriato, l’impianto di 1000 nuove piante a piede franco nel vigneto della Tenuta di Calamoni sul versante centro sud dell’isola di Favignana nelle Egadi.

Grillo, Perricone, Nero d’Avola, Zibibbo e Catarratto, questi i vitigni, tutti rigorosamente autoctoni, utilizzati per valorizzare ancor di più l'habitat marino e la capacità di queste piante a resistere in un ambiente normalmente ostile.

Come con l’Etna, a Favignana vengono realizzate produzioni limitate, di nicchia, dove il territorio e la scelta varietale nei vigneti, riescono ad incarnare appieno il concetto guida di terroir.

I vigneti della Tenuta di Favignana sono stati impiantati nel 2009 e la scelta di impiantare la vite a piede franco, un unico individuo vegetale dalla radice all’ultima foglia, senza cioè il consueto porta innesto, consente di valorizzare la sperimentazione e la ricerca che si fa quotidianamente in questo particolare habitat che va ad aggiungere ulteriore unicità ai vini prodotti da questi vitigni particolari e dalla spiccata identità.

La sabbiosità dei terreni e la matrice salina che caratterizza questo suolo sono un deterrente naturale agli attacchi della Fillossera, rendendo difficile che il parassita, responsabile della malattia, attecchisca e distrugga le piante. In questo particolare areale le viti a piede franco, riescono ad esprimere una forza vitale capace di adattarsi a queste condizioni così particolari e a garantire al viticoltore una produzione naturalmente equilibrata.

La continua ventilazione  costituisce, poi, il più importante antiparassitario naturale, garantendo un clima secco e mitigato tutto l’anno. L’influenza del mare si concretizza anche sotto un altro importante aspetto, quello offerto dalla fertilizzazione naturale che interviene con la presenza della Poseidonia, una pianta marina ricca di potassio, che durante le mareggiate si deposita in grandi quantità sulla vicina scogliera di Calamoni e che i venti del sud sollevano e spargono per tutto il vigneto, conferendo nuove sostanze nutritive e nuovi apporti minerali. 

Siamo di fronte a una vera e propria “viticoltura del mare” praticata in un contesto produttivo sorprendente per la natura del suo paesaggio, ma difficile e ambiziosa, caratterizzata da condizioni pedoclimatiche particolari ed estreme. Una scelta agronomica che trova sull’isola di Favignana quasi una sublimazione, per le peculiarità di questo habitat così insolito e particolare, dove Natura e lavoro dell’uomo sono continuamente sollecitati a ridefinire, di vendemmia in vendemmia, un nuovo punto d’arrivo.

Dalla Tenuta di Calamoni prendono così vita, con la linea Favinia, tre vini unici per stile e tipologia produttiva. Il primogenito è stato la “La Muciara”, un blend di Grillo, Catarratto e Zibibbo, un vino dallo spettro aromatico elegante e complesso che si fa apprezzare per la piacevole e vibrante acidità avvolta da eleganti note aromatiche  in una trama  sapida e minerale. 

Dalle varietà a bacca rossa di Perricone e Nero d’Avola  nasce “Le Sciabiche”, vino caratterizzato da una poderosa struttura corredata da tannini nobili, avvolgenti e di grande finezza da un fondo di spiccata mineralità e sapidità che richiama il mare.

Completa la gamma produttiva il Passulè, un passito elegante, a base di Zibibbo, che si distingue per la sua freschezza arricchita da delicate sfumature fruttate e marine.

Merita un viaggio, quella che, il pittore Salvatore Fiume negli anni ’70 definì, “una farfalla adagiata sul mare”. Una grande farfalla di tufo dorato sul mare più azzurro che c’è. La bellezza della pietra dalle tonalità che dal giallo oro arrivano a sfiorare il rossastro,  in molti casi sono diventate delle superbe calette dove è possibile godere del sole e di un mare cristallino: Cala Rossa, Cala Azzurra e Lido Burrone quelle più eclatanti. La macchia Mediterranea è prevalente, con l’Agave, la Palma nana e il Pino Marino a sfidare il vento che spira incessantemente al mattino. Favignana è una terra straordinaria anche sotto il mare, per le meraviglie che custodisce, i suoi fondali medio-bassi sabbiosi sono colonizzati dalla Poseidonia creando un habitat unico ed ideale per la vita marina.

I fenici la chiamavano Katria, i latini Egate, i greci Aegusa (“l’isola delle capre”) per la quantità di capre selvatiche che pascolavano nell’isola. Ma, oltre alle capre, c’erano altri animali selvatici: conigli, porci, e asini. Una leggenda racconta che Aegusa era una ninfa che abitava nell’isola. L’isola era ricca di alberi e l’acqua vi abbondava, anche se per averla bisognava scavare. Il nome attuale dell’isola risale al medioevo e sembra derivare dal nome di un vento caldo proveniente da ovest, il Favonio e nel dialetto egadino, l’isola si chiama Fougnana e gli abitanti fougnanisi.

Questo paradiso è entrato nella storia del Mediterraneo in tante occasioni, dalle guerre puniche alla dominazione araba, dall’arrivo degli spagnoli sino all’800 con l’epopea di una famiglia di imprenditori come i Florio che a Favignana realizzarono la più grande tonnara del Mediterraneo, per quasi due secoli attiva ed oggi, dopo un periodo di abbandono, trasformata in Museo e spazio espositivo.