Il vino italiano approda in Borsa: il debutto con “Italian
Wine Brands”
Italian Wine Brands nasce da aggregazione di due giganti del
business enoico del Belpaese, Giordano Vini e Provinco, grazie ad “Ipo
Challenger”. La quotazione, secondo “Reuters”, ad inizio 2015
Vino italiano più vicino a Piazza Affari. A parte il gruppo
Campari (che ha in portafoglio Sella & Mosca, Cinzano, Enrico Serafino)
nessuna casa vinicola nazionale è quotata. Ora fa ingresso in Borsa una nuova
realtà, nata dall’unione di Giordano Vini e Provinco Italia. E lo farà
attraverso un veicolo d’investimento, Ipo Challenger, una formula evoluta di
Spac (special purpose acquisition company).
Lo hanno annunciato i tre amministratori di Ipo Challenger,
Simone Strocchi, Luca Giacometti e Angela Oggionni (Electa Italia), lo stesso
team che, attraverso la Spac Made in Italy 1, ha già portato in Borsa Sesa,
azienda specializzata nella distribuzione di soluzioni IT. “La nuova società si chiama Italian Wine
Brands (Iwb) -ha spiegato Strocchi – e nasce dall’aggregazione di Giordano Vini
e Provinco Italia”.
Fatturato totale a 140 milioni con utile di 5 milioni
Insieme le due aziende fatturano circa 140 milioni, contano
su un Ebitda di 13-14 milioni e un utile di 5 milioni. La produzione ammonta a
44 milioni di bottiglie l’anno, con una quota di export pari al 70% circa.
Provinco – che fa capo all’imprenditore Alessandro Mutinelli – è focalizzata
sulla grande distribuzione, mentre Giordano – una partecipata di Private Equity
Partners (Pep) – si rivolge al consumatore.
Iwb, aggiunge Giacometti, “si propone come piattaforma di
aggregazione nel settore”. E alcuni dossier sarebbero già allo studio. “Sarà la
prima piattaforma di vino italiano verso i mercati esteri: più una Fiat o una
Volkswagen del vino, che una Bugatti o una Ferrari”.
Presidente Resca, ex numero uno di McDonald’s
Il segmento in cui si colloca Iwb, puntualizza Oggionni, si
chiama “consumer and popular premium”, in pratica si rivolge al mass market.
Volumi, dunque, senza rinunciare alla qualità tipica del vino made in Italy.
Per raggiungere un significativo risultato sui mercati esteri è stato
reclutato, in qualità di presidente, Mario Resca, ex numero uno di McDonald’s
in Italia.
Il flottante sarà superiore al 60% del capitale e la
contendibilità, sottolineano i manager di Ipo Challenger, è un elemento che il
mercato dovrebbe apprezzare. Iwb approderà all’Aim, ma con l’obiettivo di
passare presto al listino principale. Ottenuta l’approvazione dell’80% degli
obbligazionisti di Ipo Challenger, tra fine novembre e inizio dicembre,
l’operazione è condizionata alla quotazione delle azioni e dei warrant entro il
28 febbraio prossimo. Ma è presumibile che il brindisi per lo sbarco a Palazzo
Mezzanotte avverrà all’inizio del 2015.
A livello mondiale dal gennaio 2001 l’indice di Borsa del
settore vitivinicolo è cresciuto del 225,7%, ben al di sopra della media che è
del 61,8%. Sono 46 le aziende quotate in giro per il mondo. In Italia il
settore a fine 2013 valeva più di 5,6 miliardi di euro con un incremento del
4,8% rispetto all’anno precedente.
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